Personaggi e Percorsi

Sulle tracce di Alessandro Antonelli Alessandro Antonelli è stato più di un architetto. Con le sue opere ha plasmato un’immagine del Piemonte diventata peculiare, oltrepassando i secoli.

Alessandro Antonelli RitrattoAlessandro Antonelli (1798-1888) non fu solo un architetto, un innovatore delle tecniche di costruzione o uno delle bandiere del Piemonte pre e post unitario. Fu soprattutto un visionario capace di realizzare opere rivoluzionarie, l’esponente principale di un Piemonte che guardava al futuro conservando i segni del proprio passato. Con l’erezione di due capolavori, quali la Mole Antonelliana e la cupola di San Gaudenzio, rivoluzionò completamente la percezione e l’identità di due città come Torino e Novara, mentre altre sue opere – chiese e palazzi – andarono a modificare e sancire un nuovo stile, moderno e antico, in tutta la regione. Un itinerario nei luoghi di Alessandro Antonelli è quindi, soprattutto, un viaggio alla scoperta del Piemonte ottocentesco: uno Stato alle prese con l’industrialismo e l’innovazione, capace di guardare al futuro con uno sguardo ottimistico e positivista.

A Novara

Nato a Ghemme e sepolto a Maggiora (entrambi comuni della provincia di Novara) Antonelli lavorò spesso nelle sue terre, dove svolse anche il ruolo di consigliere provinciale. Nel novarese il suo capolavoro è senza dubbio la cupola di San Gaudenzio , completata nel 1878 dopo 37 anni di progetti e lavori.

Alta 126 metri – per un peso di 5572 tonnellate – la cupola è diventata ormai il simbolo principale della città di Novara, dominandone lo skyline insieme al campanile di Benedetto Alfieri (zio del più famoso Vittorio). Nonostante sia composta da elementi “classici” e tradizionali dell’architettura (colonne, guglia, fregi e capitelli) quest’opera di Antonelli (vista nel suo complesso) ricorda piuttosto una macchina, un ingranaggio da prima industrializzazione: la cupola di San Gaudenzio è quindi una struttura dalla linea antica e moderna, che domina il capoluogo novarese imponendosi –e segnalando la città – nelle campagne e nei dintorni.

Boca Santuario facciata (foto di Alessandro Vecchi)

Boca Santuario facciata (foto di Alessandro Vecchi)

Altro cantiere dai tempi lunghissimi, sempre nel novarese, fu il Santuario del Santissimo Crocefisso di Boca. Antonelli iniziò a occuparsene giovanissimo, ventiduenne, continuando i lavori durante tutta la sua lunga vita (il cantiere poté dirsi terminato, dopo varie peripezie, solo nel 1970). Anche qui, nonostante gli elementi architettonici etichettino l’opera come “neoclassica”, la resa totale dell’edificio è strabiliante e contemporaneamente spiazzante: la facciata, che con il suo “non finito” rende trasparenti strutture altrimenti nascoste, esibendo un certo gusto ingegneristico (da “meccano”, verrebbe da dire) assolutamente inaspettato per un edificio religioso.

La Mole

Mole Antonelliana (foto-di Raffaele Esposito via Flickr)Altra opera destinata a diventare un simbolo per la città in cui venne costruita fu la Mole Antonelliana. Iniziata nel 1863 come tempio per la comunità ebraica, la Mole divenne ben presto per Antonelli un cantiere dove sperimentare nuove tecniche, che gli permisero di proporre l’innalzamento del tempio a ben 113 metri. Spaventati dai progetti dell’architetto – e dai costi elevati che l’opera imponeva – nel 1873 la comunità ebraica passò la mano al Comune di Torino, che intendeva fare dell’edificio un monumento a Vittorio Emanuele II. Lanciata verso il cielo, la Mole fu portata a 146 metri nel 1884 per poi raggiungere  l’altezza record di 167.5 metri il 10 aprile 1889, giorno della sua “inaugurazione” (e sei mesi dopo la morte del suo progettista, che continuò fino all’ultimo a utilizzare un rudimentale ascensore per ispezionare lo stato dell’arte del suo capolavoro).
Dopo essere stata sede del Museo del Risorgimento di Torino (fino al 1938, quando venne trasferito a Palazzo Carignano), dal 2000 la Mole è la sede permanente del Museo del Cinema, uno dei più visitati della città. Il genio alato posto alla sua sommità nel 1889 cadde nel 1904; fu sostituito da una prima stella, che crollò con una parte della guglia il 23 maggio 1953 (link esterno3)a causa di una tromba d’aria, e successivamente da una seconda, quella attuale. Attualmente, oltre al Museo del Cinema, al suo interno si trova anche un ascensore capace di trasportare i turisti fino al primo tempietto (dove si gode di un magnifico panorama sulla città, a 85 metri di altezza) nonché un bar/punto vendita di una nota catena alimentare.

A Torino

Fetta di polenta di AntonelliArchitetto di punta della borghesia torinese e professore all’accademia Albertina, Antonelli nel capoluogo piemontese non si occupò solo di case ma anche di piani urbanistici: celebre quello mai realizzato per il “rinnovo” di piazza Castello (che prevedeva l’abbattimento di palazzo Madama) così come l’impegno profuso nella ricostruzione di borgo Vanchiglia. Proprio in questo quartiere di Torino l’architetto novarese lasciò alcune importanti opere; su tutte la celebre “fetta di polenta”, ovvero casa Scaccabarozzi. Costruito “per sfida” nel 1840 (e innalzato ulteriormente nel 1881) il palazzo divenne celebre per la sua forma trapezoidale (un lato della casa misura solamente 54 centimetri) dovuta al fatto che l’architetto non riuscì ad acquistare il terreno circostante, necessario per dare una forma più regolare alla dimora. Vero e proprio monumento autocelebrativo della sua destrezza,  Antonelli abitò l’edificio, con la sua famiglia, per alcuni anni.

 

Cosa vedere:

Cupola di San Gaudenzio: Monumento simbolo di Novara, dal 2013 è visitabile: si può infatti accedere fino a 45 metri di altezza e assaporare il panorama circostante.

Mole Antonelliana: Vero e proprio capolavoro di Antonelli, la mole è per Torino quello che la Torre Eiffel è per Parigi: molto più che un semplice edificio. Al suo interno il Museo del Cinema, mentre nei dintorni l’area universitaria offre bar, cinema e quanto necessario per lo svago e il tempo libero.

Fetta di Polenta: edificio veramente bizzarro, casa Scaccabarozzi è il monumento che lo stesso Antonelli costruì per meravigliare i suoi contemporanei. Ancora oggi lascia stupiti i turisti che lo scoprono all’ingresso della Vanchiglia, oggi quartiere universitario di Torino.

Santuario del Santissimo Crocefisso: a Boca, tra le colline e le vigne dove nasce l’omonimo vino, sorge ancora oggi il Santuario su cui Antonelli lavorò tutta la vita. L’edificio, curiosissimo soprattutto all’esterno, sorge a soli tre chilometri dal cimitero di Maggiora, dove si trova la tomba dell’architetto.

Villa Caccia: a Romagnano Sesia (in provincia di Novara), su una collina che domina l’abitato, sorge villa Caccia, residenza dei conti di Romentino progettata da Antonelli recuperando un preesistente convento dei cappuccini. È attualmente sede del Museo Storico Etnografico della bassa Valsesia.

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