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I Sacri Monti del Piemonte, patrimonio dell'umanità Inseriti in angoli incontaminati della natura, i Sacri Monti sono un tesoro unico al mondo

Il Piemonte ospita sette Sacri Monti di un percorso che ne comprende anche due in Lombardia (Ossuccio e Varese). Sono stati realizzati da inizio Cinquecento in poi, il primo è stato quello di Varallo: vennero creati per permettere un pellegrinaggio anche a chi non poteva recarsi sui luoghi santi

Il pellegrinaggio in Terra Santa non era cosa semplice alcuni secoli fa, tra difficoltà di spostamenti e guerre di religione. Che fare, allora? L’idea di chi si era recato nelle terre della vita e passione di Gesù, e poi era tornato, fu tanto semplice quanto geniale: ricreare quei luoghi o, perlomeno, realizzare opere in cui fosse possibile immergersi nella stessa atmosfera. E’ questa la scintilla che conduce alla nascita dei Sacri Monti in Europa. Ovvero: un’alternativa più sicura ai pellegrinaggi, poi trasformatasi in una sorta di catechismo visivo negli anni in cui la Contoriforma cercava di contrastare l’insegnamento di Martin Lutero. Secondo un censimento di inizio secolo, in Europa sono più di 1.800 i Sacri Monti. E il Piemonte ne ospita sette che formano un “unicum” straordinario, per la posizione (nella zona alpina o immediatamente a ridosso) e per la struttura, fatta di cappelle che culminano in un santuario. Un tesoro da conoscere nei giorni in cui la bella stagione consente nuovamente di mettere il naso fuori casa.

Si tratta di un primato riconosciuto anche dall’Unesco, che ha inserito nel 2003 i Sacri Monti prealpini (che comprendono anche i due della Lombardia, Ossuccio e Varese) nel patrimonio dell’umanità. Lombardia perché una spinta alla creazione di tale luoghi venne da San Carlo Borromeo, arcivescovo della diocesi di Milano, che grande influenza aveva nel nord Italia. Quelli piemontesi sembrano disposti su un percorso ad anello di quasi 500 chilometri. Un cammino straordinario che va da Varallo a Orta, da Serralunga di Crea a Oropa, da Belmonte a Ghiffa, fino a Domodossola. Restano escluse solo le province di Cuneo e Asti da un patrimonio religioso e culturale che racchiude 164 cappelle e oltre 2.400 sculture, senza dimenticare quadri e affreschi. Un bene da conoscere anche per la bellezza dei luoghi che ospitano i Sacri Monti, dove gli edifici sono circondati da boschi incontaminati, che danno pace all’anima e al corpo.

Il Sacro Monte di Varallo, in provincia di Vercelli, venne scelto dai Frati minori – custodi del Santo Sepolcro – insieme con Montaione (in Toscana) e Braga (in Portogallo) per ricreare i luoghi dell’esistenza terrena di Gesù. Viene ideato su spinta del francescano Bernardino Caimi, che era stato guardiano a Gerusalemme, a fine Quattrocento. E’ il più antico dei Sacri Monti, conosciuto anche come Nuova Gerusalemme. Narra la vita e la passione di Cristo in un luogo ospitato nei boschi a 600 metri di quota: 45 le cappelle e 800 le statue custodite. Tra i vari artisti che si sono alternati nell’opera occorre ricordare Gaudenzio Ferrari, che ricrea ambienti unici per la plasticità armoniosa tra pitture e sculture, con un realismo che coinvolge il fedele.

 

Dedicato a Maria è invece il Sacro Monte della Beata Vergine a Oropa, a un passo da Biella, a oltre 1.200 metri di altitudine. I lavori cominciano nel 1617, con il contributo di parrocchie e rioni della città e con il contributo fondamentale di casa Savoia. L’ispiratore è padre Fedele da San Germano, che volle questo percorso fatto di dodici cappelle a varia pianta e dominato dalla cupola della Chiesa nuova. Oggi è il più importante luogo della devozione mariana in Piemonte. Più a nord si trovano invece i due Sacri Monti del Verbano-Cusio-Ossola. Quello di Ghiffa sorge sul lago Maggiore ed è conosciuto come della Santa Trinità. Incompiuto, ospita tre cappelle principali (dedicate all’Incoronazione della Vergine, al Battesimo di Gesù e al patriarca Abramo) più altre due minori. Il Sacro Monte di Domodossola è invece quello posto più a nord, molto vicino alla Svizzera. Si trova sul colle Mattarella, è dedicato al Monte Calvario. Si parte da Domodossola per un percorso di quindici cappelle – le ultime tre sono la Deposizione, il Santo Sepolcro e la Resurrezione –, che raccontano la Via Crucis e la Passione, con conclusione al santuario del Crocifisso. I lavori cominciarono nel 1656, su impulso dei cappuccini Gioacchino da Cassano e Andrea da Rho.

Dedicato all’Assunzione di Maria è il Sacro Monte di Serralunga di Crea, in provincia di Alessandria. La sua costruzione venne avviata nel 1589 su indicazione del priore di Crea, Costantino Massino, che desiderava ampliare il santuario mariano esistente. Sono state realizzate 23 delle 25 cappelle inizialmente previste, che ospitano straordinarie opere in terracotta: un percorso che culmina in quella dedicata all’Incoronazione di Maria (o del Paradiso), con un incredibile scenario fatto di oltre 300 statue. A Serralunga di Crea hanno lavorato grandi artisti come il Moncalvo e, in tempi più recenti, Lorenzo Bistolfi, che nel restauro ottocentesco ha messo mano alla Salita del Calvario.

A Valperga, in provincia di Torino, si trova il Sacro Monte di Belmonte. Siamo nel Canavese e qui il francescano Michelangelo da Montiglio, al rientro dalla Palestina, pone mano ai lavori nel 1712. La realizzazione si protrae per un secolo e oggi Belmonte ospita 13 cappelle dedicate alla Passione di Cristo, in un percorso circolare posto all’interno di un bosco. Bellissime le statue, create dai maestri ceramici di Castellamonte.

E il viaggio piemontese si conclude a Orta, in provincia di Novara, per il Sacro Monte più originale. Non parla infatti della vita di Gesù o di Maria ma di quella di San Francesco, una caratteristica che lo rende unico nel genere. Viene realizzato in tre tempi distinti, tra fine Cinquecento e fine Settecento. Lo vuole l’abate Amico Canobio e si sviluppa su 20 cappelle in un itinerario a spirale, in un panorama unico regalato da boschi circostanti. Un pellegrinaggio che termina alla chiesa di San Nicolao, rifatta nel Seicento avendo come modello la Basilica Inferiore di Assisi.

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