Un teatro pensato come una scultura, funzionale ma nello stesso tempo da ammirare e conservare nei ricordi. Un po’ come le opere realizzate da Frank Gehry. Il Teatro Maggiore di Verbania verrà inaugurato l’11 giugno. Lo ha realizzato Salvador Pérez Arroyo, archistar di Madrid, 71 anni: nuclei di calcestruzzo che si uniscono a legno lamellare, travi in metallo e altri materiali per l’impermeabilizzazione, vetro senza cornici o giunti per ricordare un minerale prezioso in sintonia con il verde circostante. Il Cem (Centro eventi multifunzionale) si adagia lungo la costa del Lago Maggiore, a lato della foce del torrente San Bernardino e proiettato verso lo specchio d’acqua che da sempre attrae milioni di turisti. Contiene il teatro da 500 posti, una sala più piccola da 200, sale prova, camerini, uffici, bar e ristorante. Piattaforme mobili permettono allestimenti multipli e trasformabili, raccordando la sala principale al foyer e creando così uno spazio per 900 persone. Il palco ha una torre scenica alta 16 metri ed è dotato di fossa orchestrale: ospiterà rappresentazioni liriche, orchestrali e teatrali.
L’evento inaugurale avrà per protagonisti quattro tra i più importanti attori e registi italiani: Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Sergio Rubini e Giovanni Veronesi. «A ruota libera» è uno spettacolo ideato per l’occasione. Il giorno dopo, sempre alle 21.30, sulla scena ci saranno Lillo & Greg con il loro Best of.
Villa Taranto? Meglio di Versailles!
Il nuovo gioiello rende ancora più affascinante la cittadina adagiata sulla sponda piemontese del Lago, nata nel 1939 dall’unione dei comuni di Intra e Pallanza, capoluogo di provincia dal 1992 e celebre per i giardini botanici di Villa Taranto, visitati ogni anno da oltre 150.000 persone. La loro realizzazione si deve a Neil McEacharn, capitano scozzese che nel 1931 acquistò il terreno appartenuto alla Marchesa di Sant’Elia. Decine di esemplari botanici furono fatti arrivare da tutto il mondo e nel 1940 l’opera venne completata. Il nome si deve al maresciallo McDonald, antenato del capitano McEacharn e nominato duca di Taranto da Napoleone. Attualmente, i giardini comprendono decine di migliaia di piante su un’area di 160.000 metri quadri e sono percorsi da sette chilometri di viali. Nel 2014 gli utenti del sito di viaggi e turismo The Needs hanno eletto Villa Taranto miglior giardino al mondo, addirittura davanti a Versailles.
Tra il Mottarone e le Isole Borromee
Verbania, per la sua collocazione geografica, rappresenta il punto ideale per andare alla scoperta delle innumerevoli bellezze del Lago e dei dintorni. Scendendo verso Sud, si ha sulla sinistra l’incantevole fascino delle Isole Borromee e, a destra, il Mottarone, celebre per la forma tondeggiante della vetta cui deve il nome (Meut rond, motta rotonda, coniata nel 1885 dall’avvocato valsesiano Orazio Spanna) e che divide il Lago Maggiore dal Lago d’Orta: non a caso, è conosciuto come la montagna dei due laghi. Le Isole Borromee sono cinque: Isola Marde, Isola Bella, Isolino di San Giovanni, Isola dei Pescatori e e Scoglio della Malghera: le prime due sono meta di turisti per gli splendidi palazzi e i lussureggianti giardini.
Scalando la statua di San Carlo Borromeo
Scendendo ancora, si arriva ad Arona, famosa per il Colosso di San Carlo Borromeo, detto Sancarlone, una statua alta trentacinque metri. Realizzata per celebrare l’arcivescovo di Milano su volontà del cugino Federico, anch’egli arcivescovo del capoluogo lombardo. I lavori iniziarono nel 1624 e si conclusero nel 1698. La particolarità della statua, oltre alle dimensioni, è che è visitabile attraverso una scala prima a chiocciola e poi a pioli: tra i monumenti la cui cima può essere raggiunta dall’interno, soltanto la Statua della Libertà è più alta. Si può guardare all’esterno attraverso alcuni fori che corrispondono agli occhi, alle narici e alle orecchie del viso.
L’Astrovia di Locarno
Se invece da Verbania si va verso Nord, vale la pena raggiungere Locarno, in Svizzera, per scoprire una bellezza meno conosciuta forse ma molto suggestiva: l’Astrovia. E’ un percorso che riproduce in scala 1:1.000.000.000 (ovvero, ogni millimetro corrisponde a 1.000 chilometri reali) il sistema solare. E’ stato realizzato dalla Società astronomica ticinese nel 2001 da un’idea di Hermann Draga, un vetrinista appassionato ma senza particolari conoscenze astronomiche: va da Locarno – dalla foce del fiume Maggia – a Tegna ed è lungo sei chilometri. Ogni pianeta, il cui modellino è realizzato in plexiglas, marmo e acciaio, è raccontato attraverso un pannello che spiega proporzioni, dimensioni e distanze dei corpi celesti.