La Torino bianca e la Torino nera, la Torino vertice del triangolo di magia nera (con Londra e San Francisco) e la Torino vertice del triangolo di magia bianca (con Praga e Lione). Il fascino esoterico del capoluogo piemontese è conosciuto da tempo e sono molti gli studiosi che hanno dedicato alla città trattati nei quali certe caratteristiche vengono considerate prova inconfutabile del mistero che l’avvolge. Che ci crediate o meno, può essere divertente e di sicuro interessante un viaggio alla scoperta dei luoghi magici di Torino.
La magia bianca
La magia bianca, a differenza di quella nera, mira a intervenire unicamente sui fenomeni della natura attraverso lo studio delle sue leggi, servendosi di ricerche, esperimenti, trasformazioni da un elemento all’altro, per raggiungere perfezione interiore, protezione, salute e prosperità. Secondo la leggenda, Torino è uno dei punti del triangolo in quanto costruita nel luogo in cui il Po (che indicherebbe il sole) e la Dora (che indicherebbe la luna) confluiscono, perché dotata di “porte” nei punti cardinali e perché per il centro della città passa il 45° parallelo, la qual cosa provoca un accumulo di energia positiva.
La Gran Madre
La Chiesa della Gran Madre (nella foto sotto), ai piedi della collina, è ritenuta uno dei luoghi più significativi della magia bianca, in quanto le statue della Fede e della Religione, poste all’entrata, mostrerebbero il luogo dove è sepolto il Sacro Graal, il calice da cui Gesù bevve durante l’ultima cena: una delle statue regge una coppa, l’altra ha lo sguardo rivolto verso la Mole Antonelliana e Palazzo di Città, come a indicare il cammino necessario a ritrovarlo.
Dalla Gran Madre, attraversando piazza Vittorio Veneto e risalendo via Po, si arriva in via Montebello e alla Mole. Secondo gli esperti di esoterismo, il monumento simbolo di Torino sarebbe un’enorme antenna che tende al cielo e che irradia sulla città l’energia positiva presa dal sottosuolo.
I Dioscuri
Riprendendo via Po, si arriva in piazza Castello, più precisamente alla linea che la divide da Palazzo Reale, dove sorgono le statue dei Dioscuri, Castore e Polluce. Da qui partono le dodici linee immaginarie che suddividono la città in altrettanti settori. La cancellata è orientata verso il punto in cui sorge il sole. Poco più in là, nei Giardini, merita un’attenzione particolare la Fontana dei Tritoni (nella foto sotto), epicentro della magia bianca.
Riattraversando piazza Castello, non ci si può sottrarre al fascino del Museo Egizio, molti dei cui reperti – per esempio quelli del Faraone Thutmosi III, che regnava nell’anno della fondazione di Torino e fu maestro nelle discipline esoteriche – possederebbero una forte carica positiva, decisamente superiore a quella negativa, pur presente, per esempio, nei reperti di Tutankhamon. Percorrendo via Pietro Micca si arriva in piazza Solferino, dove nel 1929 è stata inaugurata la Fontana Angelica (nella foto sotto). Qui sono raffigurate due figure femminili, allegoria della primavera e dell’estate, e due maschili, i giganti Boaz e Jaquin, che sostenevano le Colonne d’Ercole e qui allegoria dell’autunno e dell’inverno. Dalle loro otri scorre l’acqua, simbolo della conoscenza.
La magia nera
Il tour per i luoghi della magia che spaventa non può che iniziare da piazza Statuto, che, nelle credenze, si contrappone a piazza Castello. La forza negativa sarebbe dovuta al fatto che qui sorgeva la Val Occisorum, ovvero il luogo dove venivano giustiziati i condannati a morte prima che i francesi lo trasferissero al Rondò della Forca. Ci sono poi due altri elementi che gli esperti di esoterismo sottolineano. Il primo è l’angelo sulla cima del Monumento ai caduti del Frejus (nella foto sotto), che sarebbe stato individuato in Lucifero e avrebbe il volto verso Est, a sfidare dunque il sole e la luce. L’altro è l’obelisco geodetico, sulla cui sommità sorge un astrolabio che indicherebbe il cuore delle potenze maligne della città.
Il Palazzo del Diavolo
Scendendo verso il Po, in via Lascaris, colpisce l’attenzione dei passanti il palazzo che fu sede di una Loggia massonica. Impressionano, soprattutto, le strane fessure a forma di occhi, che molti interpretano come gli occhi del Diavolo. Decisamente più impressionante è poco più in là, in via XX settembre, Palazzo Trucchi di Levaldigi, il Palazzo del Diavolo (nella foto sotto), costruito alla fine del Seicento per il conte Trucchi, ministro delle Finanze di Carlo Emanuele II. Nel tempo, il popolo chiamò la costruzione Casa del Diavolo perché durante le tante feste che vi si tennero accaddero episodi terribili, come la scomparsa misteriosa di un invitato o la morte di una ballerina, pugnalata. Non solo: il portone venne intagliato in una sola notte, suffragando la tesi che fosse stato realizzato con l’aiuto del Diavolo, come dimostrerebbero le decorazioni che rappresentano Satana con due serpenti all’interno della bocca spalancata.
Abbiamo già accennato prima alla “battaglia” che si combatte all’interno del Museo Egizio, dove alle forze positive dei reperti di Thutmosi III si oppongono quelle di Tutankhamon e della piccola testa mummificata di Seth, fratello e assassino di Osiride, dio dei morti. Bisogna invece allontanarsi da questa parte del centro per trovare un altro luogo “amato” dalla magia nera e per ragioni facilmente comprensibili: il già citato Rondò della Forca, all’incrocio tra corso Regina Margherita e corso Valdocco. In questo punto, all’epoca vicino alla prigione di via Corte d’Appello, si trovava il patibolo dove, fino al 1863, venivano eseguite le condanne a morte.
Turin Ecocity Tour
I luoghi che vi abbiamo raccontato sono raggiungibili a piedi. Ma per una visita più agevole vi suggeriamo il Turin Ecocity Tour: comodo, economico, ecologico. E veloce, nel caso gli influssi della magia nera vi inducano a fuggire…