Fin dalla prima edizione, nel lontano 1909, il Giro d’Italia ha deciso di fare tappa a Torino. Allora fu tale Luigi Ganna a vincere ai piedi della Mole, con un vantaggio, in quella che era la penultima di oltre 4 minuti, tale da consentirgli di porre le basi per il trionfo assoluto, il giorno successivo. 107 anni dopo, la corsa rosa si sofferma in Piemonte ben più a lungo, perché saranno quattro le tappe che si svolgeranno, in tutto o solo in parte, nel nostro territorio: giovedì 26 maggio è previsto l’arrivo a Pinerolo, dopo aver attraversato la Regione da est a ovest, passando anche per Novara e Vercelli. Venerdì 27 una delle più attese tappe di montagna, con la partenza da Pinerolo e l’arrivo in territorio francese, per la precisione a Risoul, passando per il Colle dell’Agnello. Ma sabato sarà ancora peggio, con 134 chilometri di tappa, 4000 metri di dislivello e la carovana del Giro che dovrà affrontare quattro salite e tre discese senza tratti in pianura, con passaggi sul Col de Vars, Col de la Bonette e Colle della Lombarda, fino al traguardo di Sant’Anna di Vinadio. Domenica il gran finale con l’ultima tappa a Torino: l’arrivo da corso Moncalieri per poi imboccare il circuito finale di 7,5 chilometri, da percorrere otto volte, tra la Gran Madre, il ponte Balbis, viale Virgilio e il Valentino.
Cosa vedere a Pinerolo
La cattedrale, il Palazzo del Senato, la Cavallerizza Caprilli. Epoche diverse per tre monumenti che ancora oggi caratterizzano il capoluogo della val Chisone. Risale al 1024 la Cattedrale di Pinerolo, che nel corso degli anni ha subito numerosissime trasformazioni, per poi arrivare alla struttura attuale: la facciata è del 1886, il campanile invece risale al 1425. Oggi come allora è incompiuto, poichè è privo della guglia. Costruito a metà del XV secolo, il Palazzo del Senato venne inizialmente adibito a sede della Congregazione degli Stati sottoposti al dominio sabaudo nel Piemonte, per poi diventare nel 1713 la sede del Senato del Pinerolese, con giurisdizione su tutta la zona. Costruita nel 1909, la Cavallerizza Caprilli è stato all’epoca il più grande maneggio al coperto, strettamente collegato alla Scuola di Cavalleria. Un’opera di grande ingegneria. Ma Pinerolo, nell’immaginario collettivo, resta soprattutto la città in cui venne rinchiuso La Maschera di Ferro, uomo dall’identità mai scoperta, che ancora oggi viene ricordato ogni anno con una grande manifestazione autunnale.
La Cima Coppi
Con i suoi 2744 metri d’altezza, il Colle dell’Agnello è la Cima Coppi di questa edizione del Giro d’Italia. La Cima Coppi, istituita nel 1965 in omaggio al “Campionissimo“, è il punto più alto, raggiunto dai ciclisti, all’interno di ciascun Giro d’Italia. Il Colle dell’Agnello è un percorso molto battuto anche dai cicloamatori più agguerriti. La salita comincia a Casteldelfino, ma è negli ultimi 10 chilometri che diventa impevia, con una pendenza media del 10% e con tratti di salita che superano anche il 14%. Arrivati sul Colle, si può godere di un fantastico panorama sia sul versante francese, verso il parco del Queyras, sia sul laro occidentale, con una meravigliosa vista sul Monviso. Già presente altre tre volte nel Giro d’Italia, in tutte le circostanze è sempre stato un colle di passaggio, mai di arrivo di una tappa. E anche questa volta, conclusa la salita al Colle dell’Agnello, ci saranno ancora una quarantina di chilometri di percorso, prima con la discesa verso Guillestre e poi con la breve, ultima salita a Risoul, tutto in territorio francese.