Sentieri del Capricorno

Risalendo il lago Maggiore: un itinerario verso il confine svizzero La riva del lago Maggiore che raggiunge la Svizzera è punteggiata di borghi e panorami mozzafiato. Scopriamola con un itinerario.

La zona del lago Maggiore compresa tra Ghiffa e Cannobio propone una molteplicità di bellezze, dove la natura si fonde ai tesori artistici più che in ogni altra zona del Verbano. Dai confini di Intra (Verbania) questo itinerario giunge alle soglie della Svizzera.

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Ghiffa

Via Ticino, la strada che costeggia le acque, con la vista che spazia sulla sponda lombarda, porta alla prima delle località del percorso, Ghiffa. Paese a pochi chilometri a nord di Verbania, intorno alla metà dell’Ottocento divenne un importante centro artigianale specializzato nella produzione di cappelli maschili in feltro di coniglio. Se all’inizio si trattava di un’attività artigianale di tante piccole realtà, negli anni a venire la produzione assunse una dimensione industriale, segnando la storia e la cultura del paese, tanto da portare alla costituzione di un museo, quello dell’Arte del Cappello, ricavato dove un tempo c’era lo stabilimento del celebre cappellificio Panizza, interessante percorso storico tra moda, stile e cultura, attraverso le varie fasi della produzione e l’esposizione di storici modelli. Ghiffa è però anche il suo Sacro Monte, in bella posizione panoramica sul lago, apprezzabile complesso barocco che unisce alla chiesa del santuario altre tre cappelle e il bel porticato della Via Crucis. È immerso nei 200 ettari della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte, percorsa da sentieri tra castagni, frassini, ontani, tigli, betulle e querce, noccioli e nespoli e un ricco patrimonio faunistico composto, tra gli altri, da faine, caprioli, martore, tassi, volpi, cervi, scoiattoli, il raro picchio nero, la poiana, la ghiandaia, il picchio rosso maggiore e il picchio verde. La zona di Ghiffa è terra dal ricco patrimonio ambientale e sede dell’Associazione Apicoltori delle Comunità dell’Alto Verbano e della Valgrande, terra dove si producono ottimi mieli di acacia, castagno e millefiori.

Oggebbio

Lasciata Ghiffa, proseguendo verso nord alla volta di Cannobio, si giunge a Oggebbio, dominato dal campanile più alto del Verbano, ben 42 metri, quello della chiesa parrocchiale di San Pietro. Il paese è composto da 15 villaggi, tra cui Cadessino, con il bell’oratorio del XV secolo dedicato alla Natività di Maria, che custodisce un interessante ciclo di affreschi del Quattrocento, un altare in marmo del XVIII secolo e una bella statua lignea della Madonna Immacolata. Da vedere anche la frazione di Novaglio, con l’oratorio di Sant’Agata dall’impianto romanico con elementi rinascimentali e gotici. Spasolo è invece il porto che per secoli fu sede di traffici lacustri, nel XIX secolo punto di partenza delle barche dei pescatori della zona che praticavano il contrabbando con le terre svizzere di Locarno, mentre la località Piazza è un susseguirsi di ville ottocentesche tra orti e vigneti. Oggebbio è terra di camelie che, da queste parti, fioriscono anche in autunno, una varietà delle quali resiste addirittura alle nevicate invernali, la Kamakura Shibori.

Cannero Riviera

Proseguendo lungo la statale 34 si giunge a Cannero Riviera, terra dalla lussureggiante vegetazione, favorita dal clima temperato d’estate e mite d’inverno. Cedri, aranci, palme, camelie, rododendri, olivi, limoni e azalee regalano, in questo angolo di Alto Piemonte, scenari mediterranei. La passeggiata sul lungolago regala la vista dei castelli di Cannero, suggestivi ruderi che sorgono su due isolotti a pochi metri dalla riva, e della sponda lombarda con la cittadina di Luino. Panorami mozzafiato sono invece godibili dalla ricca rete di sentieri dell’interno, tramite i quali si possono raggiungere i tanti villaggi immersi tra i boschi di castagni come Cheggio, Ponte, Cassino, Piancassone e Oggiogno, splendida balconata sul lago e su Cannero, dove si può vedere il settecentesco imponente torchio dei Terrieri.

“Cannero Riviera è però anche terra di agrumi, la cui coltivazione pare essere praticata da queste parti fin dal XVI secolo. Il clima e tali coltivazioni hanno consentito al paese di cambiare il nome da Cannero a Cannero Riviera nel 1947”.

Alla zona rivierasca, storicamente terra di commerci, pesca, ville e giardini, si contrappone infatti la zona interna, dominata dall’attività agricola. Località esclusiva ed elegante, Cannero Riviera merita una visita tutto l’anno, ma momento ideale per venire in questo gioiello del Verbano è in occasione degli importanti appuntamenti culturali che la vedono spesso protagonista: da ricordare la Mostra della Camelia, che in primavera celebra gli straordinari colori del fiore con una serie di iniziative per valorizzare la cittadina e la sua bellezza, con l’esposizione dei fiori, l’apertura degli antichi giardini con esemplari centenari di camelie, l’escursione al bosco delle camelie di Cheggio, l’escursione al borgo di Oggiogno e le minicrociere ai castelli nel lago. Cannero Riviera è però anche terra di agrumi, la cui coltivazione pare essere praticata da queste parti fin dal XVI secolo. Il clima e tali coltivazioni hanno consentito al paese di cambiare il nome da Cannero a Cannero Riviera nel 1947. A celebrazione di tale straordinaria particolarità, la cittadina propone un viaggio tra i suoi frutti nel Parco degli Agrumi, un percorso tra i filari di agrumi locali, tipici di quest’angolo di Piemonte dal clima mite, dove si può respirare un’aria di Mediterraneo e approfondire le proprie conoscenze botaniche. Oltre allo splendore delle camelie e degli agrumeti, Cannero Riviera propone anche l’interessante Museo Etnografico e della Spazzola, situato a villa Laura, che consente di conoscere attraverso gli oggetti la vita quotidiana della Cannero di un tempo. Un viaggio nel passato tra la vita nell’asilo e nella scuola, attraverso i costumi di una volta, i giochi e i passatempi, le attività domestiche, con le vecchie stoviglie, gli strumenti e gli oggetti da lavoro delle massaie e gli oggetti delle camere da letto, una sezione dedicata ai mestieri, dal boscaiolo al fabbro al contadino, e una parte dedicata alla produzione che caratterizzò Cannero tra il XIX e la prima metà del XX secolo: l’industria della spazzola.

Cannobio

Lasciato l’abitato di Cannero Riviera, costeggiando il lago, si raggiunge uno degli angoli più suggestivi del lago Maggiore. La vista dei castelli di Cannero impone una fermata lungo la strada che porta a Cannobio, estremità settentrionale della riva piemontese del lago. Tra i paesi più vivaci e interessanti dell’intero Verbano, Cannobio, insignito della bandiera arancione dal Touring Club Italiano nel 2011, e per parecchi anni bandiera blu, propone la sua bella palazzata e una delle più scenografiche passeggiate sul lago, tra le vecchie case dei pescatori, la bella piazza Vittorio Emanuele III, cuore vitale della cittadina, e il santuario della Santissima Pietà. Visitabile tutto l’anno, e in ogni stagione sempre ricca di fascino, Cannobio, situata all’inizio della valle Cannobina, è assai suggestiva il 7 di gennaio, quando si celebra il miracolo della Sacra Costa, e si festeggiano i lumineri. Importante centro strategico commerciale fin dall’età preromana, la cittadina offre un ricco apparato architettonico. Entrando nella cittadina da sud è il monumento del Leone ad accogliere i visitatori; risalente al 1889, è opera dello scultore Giulio Branca, in ricordo della difesa di Cannobio contro gli austriaci provenienti dal lago nel 1859. Al santuario della Santissima Pietà si uniscono la collegiata di San Vittore, dall’imponente interno a navata unica, con l’organo del 1837 costruito dal varesino Luigi Maroni Biroldi, e l’oratorio di Santa Marta, con all’interno l’altare maggiore in legno dorato e una Madonna con Bambino. Principale espressione dell’architettura civile è il palazzo della Ragione, detto Parasio, edificato nel 1291 dal podestà Ugolino e costituito da blocchi squadrati di granito che formano un portico sotto il quale vi sono stemmi, rilievi, lapidi e due tombe romane, mentre sul lato destro del palazzo si erge la torre comunale, edificio romanico del XII secolo.

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